martedì, ottobre 17, 2006

Eviti gli ex compagni di scuola (con i quali ormai parli soltanto dei tempi che furono), i professori (che hanno contribuito, comunque, alla tua formazione), eviti i luoghi del delitto ma la serata “amacord” NO.

La serata “amarcord” la si vuole sempre snobbare, eppure più passa il tempo e più la voglia di (RI)viverne una si fa sentire.

La serata “amacord” arriva come un acquisto on line: scegli attentamente tutti gli elementi, sperando di non ricordare, a priori, quali effetti comporti una situazione simile.

La serata “amacord” la gusti “come quando hai il compito in classe, non studi, e il professore decide di aderire allo sciopero”.
La serata “amacord”, la mia, ti ricorda quel monteore di tre (appena) anni fa, quando con i compagni di classe sei andato a vedere “Che ne sarai di noi”, quando speravi di dribblare i futuri ostacoli con la grazia e l’ingenuità del personaggio interpretato da Violante Placido (RIvista casualmente ieri in tv).
La serata “amacord” ti riporta alla mente la TUA notte prima degli esami, quando munito di una sana e adolescenziale sfacciattaggine ti sei un vincente.

La serata “amacord” ti ricorda, oggi, che un po’ di quella sfacciataggine ancora c’è in te (tra un tatuaggio e un altro) e che dribblare gli ostacoli ancora è possibile.