A volte capita di incontrare persone, film, libri ai quali devi molto. Spesso questo senso di gratitudine lo maturi se l’incontro decanta un po’ e al palato (mentale) ti ricorda, col tempo, qualcosa che avevi già assaggiato precedentemente.
Nei giorni scorsi ho finito di leggere il nuovo libro di Lilli Gruber “America, anno zero”.
L’ho letto e l’ho lasciato per qualche giorno decantare sulla scrivania finché su repubblica.it non ho visto la prossima copertina del TIME, dedicata al senatore Barak Obama (da molti, ho scoperto, considerato l’asso nella manica dei democratici per riconquistare nel 2008 la Casa Bianca).
Questa copertina mi ha fatto pensare subito al nuovo singolo dei Casino Royale, PROVA.
Più gusti PROVA e più capisci, percepisci, ricordi quella musica forte come un rosso ma leggera e inebriante come la sbronza postuma al dispiacere.
Più leggi “America, anno zero” e più capisci che gli Stati Uniti raccontati in questo libro sono quelli che stanno aspettando il sole per pulire quelle mani che (come recita “quelli che ben pensano di Frankie Hi Nrg) si stringono tra i banchi delle chiese la domenica. Mani, che fan cose che non si raccontano altrimenti le altre mani chissà cosa pensano.
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