REPARTO MATERNITA'
Questo è un post atteso e scritto in tempi, visti l’argomento, tipici di una donna incinta.
Nei giorni scorsi ho comprato, e successivamente letto, “LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO” di Oriana Fallacci. Il libro si è rivelato, nel tempo, interessante.
Difficile condensare in un post le considerazioni che un giovane omosessuale (e come tale difficilmente padre oggi e domani) può avere a riguardo della famiglia, la classica.
Nei giorni scorsi, oltre a rivedere Miriam (incinta di almeno otto mesi) e le sue compagne del corso pre-parto, ho letto due considerazioni che credo rappresentino bene il mio pensiero.
1° PENSIERO (tratto da riverblog.com):
Dietro di me c’è una tavolata che, di lì a poco, tra un piatto di patate e broccoli e un hamburger con formaggio e funghi, sarà destinato a far scendere una patina fumosa e soffocante sulla mia serata. Ci sono lei, una coppia, e un altro lui che deve arrivare. Ordinano l’acqua, mentre leggo pagine di una politica che sento non appartenermi. A un certo punto lei esclama: “Devo dirvi una cosa”. Silenzio. La forchetta che tengo in mano si ferma. Il tempo di un’espirazione e poi via: “Tra otto mesi diventerete zii”. Sorrisi, complimenti, domande di rito, e poi via coi discorsi sui libri da leggere, gli asili da scegliere, eccetera. Nascerà a giugno, tra il 10 e il 20. Immagino l’attesa, i pensieri, la voglia di maternità, i progetti.
Immagino, e so che non potrò mai vivere un momento così.
Nei giorni scorsi ho comprato, e successivamente letto, “LETTERA A UN BAMBINO MAI NATO” di Oriana Fallacci. Il libro si è rivelato, nel tempo, interessante.
Difficile condensare in un post le considerazioni che un giovane omosessuale (e come tale difficilmente padre oggi e domani) può avere a riguardo della famiglia, la classica.
Nei giorni scorsi, oltre a rivedere Miriam (incinta di almeno otto mesi) e le sue compagne del corso pre-parto, ho letto due considerazioni che credo rappresentino bene il mio pensiero.
1° PENSIERO (tratto da riverblog.com):
Dietro di me c’è una tavolata che, di lì a poco, tra un piatto di patate e broccoli e un hamburger con formaggio e funghi, sarà destinato a far scendere una patina fumosa e soffocante sulla mia serata. Ci sono lei, una coppia, e un altro lui che deve arrivare. Ordinano l’acqua, mentre leggo pagine di una politica che sento non appartenermi. A un certo punto lei esclama: “Devo dirvi una cosa”. Silenzio. La forchetta che tengo in mano si ferma. Il tempo di un’espirazione e poi via: “Tra otto mesi diventerete zii”. Sorrisi, complimenti, domande di rito, e poi via coi discorsi sui libri da leggere, gli asili da scegliere, eccetera. Nascerà a giugno, tra il 10 e il 20. Immagino l’attesa, i pensieri, la voglia di maternità, i progetti.
Immagino, e so che non potrò mai vivere un momento così.
[la foto è di Anne Geddes, il video è Teardrop dei Massive Attack]
Ciao amico del cuore,
Sono arrivato all’età di 33 anni, sono un affermato professionista, non mi mancano le storie e l’affetto degli amici, una famiglia comprensiva… posso definirmi insomma un uomo realizzato. Da qualche mese il mio desiderio più grande è quello di diventare padre. Prima ho pensato di recarmi all’estero considerato che in Italia non avrei la possibilità neppure di adottare un bambino, ma poi due mie amiche lesbiche mi hanno proposto di allevare un bambino insieme. Tramite inseminazione artificiale una delle due resterebbe incinta di me ed una volta nato il bambino sarebbe cresciuto da tre figure genitoriali, un padre e diciamo due madri. Io sono fortemente tentato di accettare perché non vedo per me molte altre prospettive. Tu che ne pensi? Molti miei amici mi incitano a portare avanti la mia idea, altri invece sono fermamente contrari.
Luca 33 Venezia
Ciao luca,
Comprendo pienamente il tuo desiderio di paternità perché anche una persona omosessuale manifesta i medesimi desideri di tutti gli esseri viventi e la genitorialità è un istinto ineludibile. Molte persone omosessuali escludono questa prospettiva e fanno finta che “il non avere dei figli” sia quasi una fortuna. Al di la di qualsiasi ipocrisia, pur trovando normale il desiderio di diventare padri o madri, io credo fermamente nella speranza di un modello familiare basato sulla presenza di un padre e di una madre che decidono di mettere al mondo dei figli anche in virtù di un sentimento che li unisce…Non credo giusto solo per i nostri desideri egoistici dover stravolgere la vita di un nascituro con varie figure genitoriali che se ne prendano cura…due padri, due madri…un padre, due madri etc. Queste rappresentano le nostre esigenze ed i nostri desideri…tu vuoi diventare padre come le tue amiche madri ma non vi lega alcun sentimento se non il calcolo razionale che vi consenta di raggiungere “l’obiettivo figli” nel minor tempo possibile. Pensaci.
P.S. ha davvero ragione l’amico del cuore di GAY.tv? Molti omosessuali si prefiggono l’obiettivo figli?
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