GLI ITALIANI, FIN TROPPO, INTELLIGENTI
Il prossimo 13 gennaio, a Roma verrà ricordato Alfredo Ormando, poeta siciliano morto suicida 9 anni fa per protestare pubblicamente contro l’omofobia del Vaticano. Sulla vita di Alfredo, il documentarista Andy Abrahams Wilson ha deciso di preparare un film (per vedere l’anteprima, clicca qui»»»).
Facile parlare della qualità del prodotto, dell’interessante e drammatica vicenda. È talmente facile che noi italiani, gli stessi per intenderci che si sentono NAZIONE solo se vinciamo i mondiali di calcio, proprio non ci avevamo pensato.
Innamorati pazzi dell’info-entertainment di Bruno Vespa, non siamo più abituati a incentivare il giornalismo che indaga, si interroga, fa domande scomode. Senza citare esempi, di cui forse ne sono a conoscenza solo gli “addetti ai lavori”, pensiamo solo a tre pellicole di denuncia uscite negli ultimi anni negli Stati Uniti: Fahrenheit 11 9, Super Size Me e per finire An Inconvenient Truth di Al Gore (da sempre impegnato a parlare delle conseguenze causate dall’eccessivo inquinamento).
Tutte e tre (l’ultima uscirà, credo, nei prossimi giorni anche in Italia) le pellicole parlano allo spettatore di problemi vicini. Vicini talmente tanto da pensare che il vero scandalo, più che il tema trattato, sia il disinteresse adottato dai servizi pubblici.
Nel Regno Unito, diversamente da quanto è accaduto negli Stati Uniti, il documentario, reo di aver analizzato una a una le coperture adottate dal Vaticano per nascondere gli scandali causati da “alcuni” preti pedofili, è stato prodotto dalla BBC.
Non pretendo che il servizio pubblico investa parte del mio canone per informarmi (anche se poi sono pronto a lamentarmi con gli operatori di SKY se il servizio non è più che buono).
Penso solo che se noi, come comunità, non ci sforziamo di porci delle domande l’estrema protesta di Alfredo rimarrà solo un servizio televisivo, importante tanto quanto quello dedicato all’uscita del primo libro di Anna Maria Franzoni.
Facile parlare della qualità del prodotto, dell’interessante e drammatica vicenda. È talmente facile che noi italiani, gli stessi per intenderci che si sentono NAZIONE solo se vinciamo i mondiali di calcio, proprio non ci avevamo pensato.
Innamorati pazzi dell’info-entertainment di Bruno Vespa, non siamo più abituati a incentivare il giornalismo che indaga, si interroga, fa domande scomode. Senza citare esempi, di cui forse ne sono a conoscenza solo gli “addetti ai lavori”, pensiamo solo a tre pellicole di denuncia uscite negli ultimi anni negli Stati Uniti: Fahrenheit 11 9, Super Size Me e per finire An Inconvenient Truth di Al Gore (da sempre impegnato a parlare delle conseguenze causate dall’eccessivo inquinamento).
Tutte e tre (l’ultima uscirà, credo, nei prossimi giorni anche in Italia) le pellicole parlano allo spettatore di problemi vicini. Vicini talmente tanto da pensare che il vero scandalo, più che il tema trattato, sia il disinteresse adottato dai servizi pubblici.
Nel Regno Unito, diversamente da quanto è accaduto negli Stati Uniti, il documentario, reo di aver analizzato una a una le coperture adottate dal Vaticano per nascondere gli scandali causati da “alcuni” preti pedofili, è stato prodotto dalla BBC.
Non pretendo che il servizio pubblico investa parte del mio canone per informarmi (anche se poi sono pronto a lamentarmi con gli operatori di SKY se il servizio non è più che buono).
Penso solo che se noi, come comunità, non ci sforziamo di porci delle domande l’estrema protesta di Alfredo rimarrà solo un servizio televisivo, importante tanto quanto quello dedicato all’uscita del primo libro di Anna Maria Franzoni.
2 Comments:
A quanto pare è più comodo demandare ad altri il tanto caro libero arbitrio... :(
Più che comodo credo sia da ipocriti. Nel pacchetto “NAZIONE” ci sono anche vicende facilmente censurabili, come quella di Alfredo Ormando.
La memoria, che tanto ci propinano come valore, ancora non ci appartiene. È ancora solo un’illusione.
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