Quando una copy va allo stage, 9 puntata
Nono appuntoFine di un capitolo : la stagista diventa ex "Il tempo ci rende sempre ex di qualche cosa". Sono queste le parole che riecheggiano nella mia mente, mentre mi accingo ad uscire dalla porta dell'agenzia per l'ultima volta nella mia vita. Quando si varca una soglia (nel mio caso, anche nel senso letterale del termine) è sempre bene avere una bella frase in mente che sottolinei il momento che si sta vivendo. Negli anni, quell'aforisma ci renderà più facile rievocare i nostri ricordi e diventerà un tutt'uno con quello che abbiamo visto, sentito e "annusato" di quei pochi secondi passati così velocemente nell'ebbrezza dell'attimo. Non voglio, per carità, elargire pillole di saggezza. È che quando leggo un libro di Kundera entro nella mia fase filosofica-esistenziale. Così come, nel leggere Hesse (secondo appunto), ero entrata nella fase mistico-buddhista. Si procede così, per tentativi. Tentativi, per l'appunto: l'apprendistato è inevitabilmente, inesorabilmente finito e non mi resta che gettarmi a capofitto nella nuova avventura di "addetta al reparto comunicazione" di una lista politica. Dovrei essere contenta che tutto non si sia esaurito, che abbia trovato uno sbocco nuovo centrando l'obiettivo di un contratto (ma a progetto!). Eppure, non mi sento felice. Va bene la conclamata flessibilità (terzo appunto), ma io voglio fare la copy! E poi ormai mi trovavo bene in quell'agenzia: era bello osservare le reazioni di un gruppo di professionisti che vedevano smantellarsi sotto i loro stessi occhi i pregiudizi sui giovani e sull'incapacità degli stagisti. È stato entusiasmante (ma che dico, di più, è stato eccitante) venire a sapere che lo stesso Account che cercava di farmi sentire indesiderata e innocua in mia assenza mi aveva definita "una belva" per l'intraprendenza e per la pelle dura (corazza che, indubbiamente, anche lui ha contribuito a forgiare). Uscire dalla porta di quell'agenzia mi ha fatto pensare a come sono approdata lì, cioè a com'erano (diverse) le cose prima del primo appunto. È stato un avvio inaspettato, cominciato con lo scrivere qualche post per il blog del mio docente di Pianificazione Pubblicitaria. Quei post mi sono valsi la raccomandazione a Copy-capo, raccomandazione che, a dir la verità, lo rendeva ancor più sospettoso e scettico. Ancora non lo sapeva, ma da lì a tre mesi sarebbe toccata a lui la stessa sorte, procurandomi il mio primo lavoro. Ebbene sì, sono raccomandata. Perché, se è vero che per lavorare bisogna avere a volte la spintarella (purtroppo), allora è meglio avere la miglior declinazione possibile di essa: la raccomandazione per capacità. Sì, lo so: questo tirocinio mi ha proprio montato la testa. Tant'è. Ma ora posso solo salutare, portandomi dietro ancora qualche dubbio (ottavo appunto), un dizionarietto di consigli (non solo quelli del sesto e settimo appunto) e molti ringraziamenti da fare.Ringrazio Francesca Benvenuto, la prima a citarmi nel suo blog ( http://cosafaicopy.splinder.com ). Che ve lo dico a fare, già essere citati fa un piacere immenso, specie se si è alle prime armi, figuratevi se a farlo è una copywriter vera e propria.Ringrazio Martin Millar, il secondo e finora ultimo a citare sul suo blog (http://martinmillar.blogspot.com) i miei appunti, che ha poi raccolto e sistemato graficamente in http://www.quandounacopyvaallostage.blogspot.comRingrazio Copy-capo, inconsapevole di questa rubrica e di quanto io, nella realtà quotidiana, sia diversa dalla ragazza forte e tenace che ha conosciuto.Ringrazio quel docente inconsapevole di avere cambiato radicalmente la mia vita; come capita a tutti quei professori bravi, che però hanno la sfortuna di essere non solo onesti ma anche incendiari, non gli è stato rinnovato il contratto, così che io oggi vorrei tanto salire sul banco, proprio come ne "L'attimo fuggente", e recitare "O Capitano! Mio Capitano!".Infine, ringrazio Massimo De Nardo, che per me non ha ancora un volto, né un corpo, ma che mi ha suggerito l'aforisma che rimarrà per sempre legato al momento in cui mi sono chiusa alle spalle la porta dello stage. Con la promessa che la fine della mia rubrica non sarà la fine della collaborazione con Segnal'etica, il suo sito. Da oggi, chiamatemi pure ex-ex-stagista in carriera.
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