mercoledì, gennaio 31, 2007

INFORMAZIONE DI SERVIZIO

ANDATA E RITORNO


Il rock è un modo di vivere (come sostiene Carlo Antonelli, direttore di Rolling Stone).
Chi per noi rock, per altri potrebbe essere semplicemente uno sbruffone quindi la domanda, su cui anche Celentano ha costruito un successo televisivo, è pressoché d’obbligo: cosa/chi è rock?!

L’amletico quesito non è arrivato con anni di ritardo; si è semplicemente ripresentato quando ho letto alcune delle notizie che riporto di seguito.

ANDARE
In un mondo che ci richiede sempre più flessibilità, alcuni rischiano di essere vittime dei loro stessi “viaggi”. Sto ovviamente parlando di Daniel Radcliffe che se non avesse deciso di mettersi a nudo, in teatro, sarebbe stato vittima per molto dei sortilegi inflitti dal maghetto creato da J.K. Rowling.

Considerazione forse ovvia, ma inevitabile oggi dove Heather Ledger per ricordare al pubblico di non essere solo un cowboy gay ha dovuto interpretare nell’ordine: un Casanova e un tossicodipendente, poco incline a prostituirsi.

P.S. Jake, invece, non perde occasione per dimostrare che ci tiene al pubblico gay (guarda »)

La notizia: Daniel Radcliffe: da Harry Potter a sex symbol? Leggi »

RITORNARE
A volte ritornano. Comincia così uno dei miei libri preferiti “il ritorno dei mariti” di Barbara Alberti.

Oltre alla reunion dei Police (si esibiranno insieme il prossimo 11 febbraio, in occasione dei Grammy), un ritorno “particolare” mi ha colpito:

Anglicani, canzoni U2 in chiesa
Londra_Non solo vecchi canti e antiche liturgie, ma anche le canzoni degli U2. Questa l'idea di una chiesa anglicana per attirare nuovi fedeli. Il "coro U2", entra cosi' al posto degli inni religiosi tradizionali. Il reverendo Timothy Ellis, vescovo di Grantham, in Inghilterra, e promotore dell'iniziativa, ha detto che 'e' molto importante continuare a trovare nuovi modi di preghiera e il rock puo' essere un veicolo di immensa spiritualita'".

Per ritornare al “Padre” il reverendo Thimoty Ellis preferisce “Pride”. Scommettiamo che Ruini per riappacificarsi con Lui si farà scortare dai ballerini della Mucca Assassina (noto locale gay romano), sulle note delle sorelle Bandiera “Fatti più in là”?!

martedì, gennaio 30, 2007

IL MIO GROSSO, GRASSO AMICO EUROPEO


Concentrati sulle liberalizzazioni economiche, il governo italiano si sta dimenticando di applicare la tanto proclamata politica dei diritti; per quella come sostiene Michele Serra e Luciana Littizzetto ci pensa il cardinal Ruini.

Mentre noi siamo concentrati sulla salute del nostro portafogli (attenzioni più che legittime) nel Regno Unito una casa farmaceutica ha deciso di studiare un farmaco (alla cannabis) contro l’obesità.

Ingredienti a parte, la sperimentazione della causa farmaceutica deve farci riflettere su un assioma che ci rassicura “gli europei mangiano meglio degli americani”. È poi così vero?

Basta guardarsi attorno per capire che la famosa dieta mediterranea, è fuggita con la Loren.

[Sopra una scena tratta dal mio grosso, grasso matrimonio greco]

Convinti che i Super Size siano patrimonio degli statunitensi, ci approcciamo (noi e gli europei) al cibo con quelle beata innocenza, degna dei bambini che sono sempre più grassi secondo il rapporto stilato dall’ufficio europeo dell’OMS.

Non sarà che anche noi siamo vittima del “l’erba del vicino è sempre la più verde?!”. Mi spiego. Non è che ci disgustiamo davanti a Super Size Me, ma poi per non affrontare la nostra mole scappiamo dalla nostra, grassa, ombra?!

[Sopra il trailer di Super Size Me]

I Link:
- Ricette tradizionali europee, leggi »

- Un topo nella mia minestra, leggi »

A Parigi 500 esperti riuniti per il clima

La notizia:
I dubbi che un cambiamento climatico sia in atto sarebbero ormai pochi: e sarebbe un fenomeno in accelerazione, con possibili conseguenze disastrose. L'aumento della temperatura di qui a fine secolo potrebbe essere comopreso tra i 2 e i 4,5 gradi, con un raddoppio delle concentrazioni di anidride carbonica.

Sono queste le preoccupanti conclusioni cui sarebbe giunto il Gruppo intergovernativo sull'evoluzione del clima, secondo le indiscrezioni sul rapporto che verrà presentato ufficialmente venerdì a Parigi. "Un aspetto importante del rapporto - dice il presidente Rajendra Pachauri - è il contribuito offerto da nuove stime, dati e prove alla nostra conoscenza dei cambiamenti climatici del passato".

Il gruppo è un tramite tra la comunità scientifica e i governi: in passato sulla base del lavoro di questi esperti è stato elaborato il protocollo di Kyoto. "Dicono: "pensa globalmente, agisci localmente" - spiega Kenneth Denman uno dei principali autori del rapporto - speriamo di convincere tutti che il cambiamento climatico è reale e che ne siamo responsabili in larga parte. Dobbiamo cambiare davvero il modo in cui viviamo".

Nel rapporto ci sarebbero cattive notizie anche per i ghiacci. La calotta polare artica potrebbe sparire nei mesi estivi, nel 2100. Per evitare catastrofi ambientali, il rapporto dei 500 esperti riuniti a Parigi, dovrà servire da base ai negoziati sul dopo-Kyoto.

Fonte: euronews.net

Le considerazioni:

- La stampa estera, come riportava Internazionale qualche settimana fa, prova oggi a prevedere cosa sarebbe cambiato se l’uomo più potente, qualche anno fa, fosse diventato Al Gore. Il vice di Bill Clinton, uno dei fautori del protocollo di Kyoto, è per molti solo il portavoce di una Inconvenient Truth.

[Sopra il trailer del film di Al Gore]

- Leggendo le interviste rilasciate da Al Gore, e il libro di Lilli Gruber, più che un commento, sorge una domanda. Quando la politica tocca il cittadino e quando l’uomo d’affari?

- La seconda considerazione che si può fare è perfettamente raffigurata dall’ultima copertina di Internazionale:

venerdì, gennaio 26, 2007

LIBERI DI SCRIVERE DI GRANDI PASSIONI

Malgrado non scriva più per GAY.tv da mesi, ancora mi arrivano mail riguardanti i miei articoli. La mail di Annie (che riporto di seguito) è la perfetta recensione di un libro che tanto ho amato lo scorso anno.

Le scrivo dopo aver letto la recensione sul libro della Laurenzi, che sono finalmente riuscita a reperire dopo estenuanti ricerche (non scherzo!!!!!!). Nella sua recensione sottolinea il fatto che in Italia si abbia una rinnovata tendenza a pubblicare e, di conseguenza, a leggere libri che trattano l'omosessualità.
"Liberi di amare" non deve essere letto come un libro che tratta di "storie omosessuali", ma come un libro che tratta di grandi storie d'amore. La serietà, l'educazione, la "pulizia", e soprattutto la NORMALITà con cui vengono affrontati dall'autrice, argomenti altrimenti scabrosi al pensiero comune, tengono poco in conto il fatto che si tratti di passioni gay. Il libro è scevro da ogni pregiudizio, al limite intriso un po’ di furbizia, perché l'argomento stuzzica l'interesse, crea prurito. E finiamola di considerare un libro su gay un evento.
L'amore è tra persone non tra sessi o razze, o chissà cos'altro. Questo libro testimonia proprio questo. Sono nata etero, ma credo che sia stato un caso. l'amore o l'attrazione sono un caso che non ha etichetta. Che se ne parli, ma non perché è un libro su passioni omosessuali, ma perché è un libro sulle PASSIONI.
Annie
P.S. grazie Annie per la mail; grazie per la sua voce, per il suo pensiero, per le sue sensazioni.

domenica, gennaio 21, 2007

LONTANO DAL PARADISO

[Sopra il trailer di Lontano dal Paradiso, per saperne di più » » »]

Sei lontano dal paradiso, quando hai paura.

Sei lontano del paradiso, quando ti sei sentit* sol* in una stanza.

Sei lontano dal paradiso, quando fai dell’inferno il paradiso.

Sei lontano dal paradiso, quando sei vittima della tua stessa ipocrisia.

Sei lontano dal paradiso, quando ti dimentichi di vivere il presente.

[Elisa, Heaven out of Hell]

NOVE VOLTE KYLIE

È partita nei giorni scorsi la collaborazione con queerblog.it (delle altre ancora non posso parlare).
Giusto per scaldarci ieri ho pubblicato questo, spero, interessante “nove volte Kylie”.

DAL TRAMONTO ALL'ALBA

[Robert Miles, "Children"]

giovedì, gennaio 18, 2007

UN RINGRAZIAMENTO A…

A volte ti capita di leggere dei ringraziamenti “speciali”. Alla fine del suo, piacevole, “49 gol spettacolari” Davide Martini ringrazia così Alessandro:
“E infine, ma non meno importante, Alessandro, che ha la strada nell’ingarbugliata geografia della mia anima”.

mercoledì, gennaio 17, 2007

WHAT WOMEN WANT

[Sopra le Destiny’s Child con Independent Woman]
Poco importa se la parità dei sessi, non delle sessualità, tarda ad arrivare. Quel che conta è che del gentil sesso si disquisisca, come fa da lunedì scorso Monica Leofreddi, ragion per cui anch’io voglio parlare, da uomo, di ciò che le donne vogliono.

Comincerei con lei, Monica Bellucci. Premesso che non la stimo a livello artistico (né tanto meno sotto il profilo sessuale), devo ammettere, a fatica, che sono d’accordo con lei quando teorizza a gran voce che le donne possono fare sesso per piacere.

Reduce da una serata “8 marzo”, ho scoperto che le mie colleghe (di età e generazioni diverse) hanno praticato sesso perché “pareva brutto non farlo”. Altro che piacere, soprattutto per una di loro, che viene toccata dal suo ragazzo solo in coincidenza dei cambi di stagione. Una domanda sorge spontanea. Dal momento che l’inverno, in corso, sembra un autunno più lungo del solito, da quanto la mia collega (bella, sexy, affascinante) non ha il piacere di stare in compagnia del suo “go go boy”?!

Le donne, oltre alla piacevole compagnia del proprio partner, a volte desiderano allagare la famiglia. Peccato che di queste donzelle, secondo un sondaggio Istat, in poche riescano a crescere più pargoli. Tutto normale o quasi. Perché però se una donna non sfrutta il proprio utero come una casa colonica, ma semplicemente come un motel, è considerata insensibile?! Cosa rende una persona più sensibile di un’altra?!

Alla luce di quanto esplicato precedentemente, siamo così lontano dalla realtà documentata nella foto sottostante?!

lunedì, gennaio 15, 2007

Quando una copy va allo stage, 9 puntata

Nono appuntoFine di un capitolo : la stagista diventa ex "Il tempo ci rende sempre ex di qualche cosa". Sono queste le parole che riecheggiano nella mia mente, mentre mi accingo ad uscire dalla porta dell'agenzia per l'ultima volta nella mia vita. Quando si varca una soglia (nel mio caso, anche nel senso letterale del termine) è sempre bene avere una bella frase in mente che sottolinei il momento che si sta vivendo. Negli anni, quell'aforisma ci renderà più facile rievocare i nostri ricordi e diventerà un tutt'uno con quello che abbiamo visto, sentito e "annusato" di quei pochi secondi passati così velocemente nell'ebbrezza dell'attimo. Non voglio, per carità, elargire pillole di saggezza. È che quando leggo un libro di Kundera entro nella mia fase filosofica-esistenziale. Così come, nel leggere Hesse (secondo appunto), ero entrata nella fase mistico-buddhista. Si procede così, per tentativi. Tentativi, per l'appunto: l'apprendistato è inevitabilmente, inesorabilmente finito e non mi resta che gettarmi a capofitto nella nuova avventura di "addetta al reparto comunicazione" di una lista politica. Dovrei essere contenta che tutto non si sia esaurito, che abbia trovato uno sbocco nuovo centrando l'obiettivo di un contratto (ma a progetto!). Eppure, non mi sento felice. Va bene la conclamata flessibilità (terzo appunto), ma io voglio fare la copy! E poi ormai mi trovavo bene in quell'agenzia: era bello osservare le reazioni di un gruppo di professionisti che vedevano smantellarsi sotto i loro stessi occhi i pregiudizi sui giovani e sull'incapacità degli stagisti. È stato entusiasmante (ma che dico, di più, è stato eccitante) venire a sapere che lo stesso Account che cercava di farmi sentire indesiderata e innocua in mia assenza mi aveva definita "una belva" per l'intraprendenza e per la pelle dura (corazza che, indubbiamente, anche lui ha contribuito a forgiare). Uscire dalla porta di quell'agenzia mi ha fatto pensare a come sono approdata lì, cioè a com'erano (diverse) le cose prima del primo appunto. È stato un avvio inaspettato, cominciato con lo scrivere qualche post per il blog del mio docente di Pianificazione Pubblicitaria. Quei post mi sono valsi la raccomandazione a Copy-capo, raccomandazione che, a dir la verità, lo rendeva ancor più sospettoso e scettico. Ancora non lo sapeva, ma da lì a tre mesi sarebbe toccata a lui la stessa sorte, procurandomi il mio primo lavoro. Ebbene sì, sono raccomandata. Perché, se è vero che per lavorare bisogna avere a volte la spintarella (purtroppo), allora è meglio avere la miglior declinazione possibile di essa: la raccomandazione per capacità. Sì, lo so: questo tirocinio mi ha proprio montato la testa. Tant'è. Ma ora posso solo salutare, portandomi dietro ancora qualche dubbio (ottavo appunto), un dizionarietto di consigli (non solo quelli del sesto e settimo appunto) e molti ringraziamenti da fare.Ringrazio Francesca Benvenuto, la prima a citarmi nel suo blog ( http://cosafaicopy.splinder.com ). Che ve lo dico a fare, già essere citati fa un piacere immenso, specie se si è alle prime armi, figuratevi se a farlo è una copywriter vera e propria.Ringrazio Martin Millar, il secondo e finora ultimo a citare sul suo blog (http://martinmillar.blogspot.com) i miei appunti, che ha poi raccolto e sistemato graficamente in http://www.quandounacopyvaallostage.blogspot.comRingrazio Copy-capo, inconsapevole di questa rubrica e di quanto io, nella realtà quotidiana, sia diversa dalla ragazza forte e tenace che ha conosciuto.Ringrazio quel docente inconsapevole di avere cambiato radicalmente la mia vita; come capita a tutti quei professori bravi, che però hanno la sfortuna di essere non solo onesti ma anche incendiari, non gli è stato rinnovato il contratto, così che io oggi vorrei tanto salire sul banco, proprio come ne "L'attimo fuggente", e recitare "O Capitano! Mio Capitano!".Infine, ringrazio Massimo De Nardo, che per me non ha ancora un volto, né un corpo, ma che mi ha suggerito l'aforisma che rimarrà per sempre legato al momento in cui mi sono chiusa alle spalle la porta dello stage. Con la promessa che la fine della mia rubrica non sarà la fine della collaborazione con Segnal'etica, il suo sito. Da oggi, chiamatemi pure ex-ex-stagista in carriera.

giovedì, gennaio 11, 2007

SHORTBUS, in breve

Difficile raccontare una delle pellicole più interessanti degli ultimi mesi. L’ultimo film di John Cameron Mitchell, già noto ad alcuni per "Hedwing, la diva con qualcosa in più", cerca di presentare al 70% della persone sessualmente attive, la sessualità del restante 30%. Complicato quindi riassumerlo in poche righe. Per recensirlo ho deciso di utilizzare alcune citazioni.

“Il cinema serve anche per abbattere tabù” (Roger Michell, regista di The Mother)È vero. C’è molto sesso in Shortbus ma solo chi vive la propria sessualità come un tabù non riesce a cogliere le storie dei vari personaggi, molto interessanti. Parlare di SOLITUDINE attraverso le solite sceneggiature vittimiste era fin troppo facile e scontato.
Il sesso è concepito dal regista come un linguaggio. Non tutti possiedono le stesse proprietà linguistiche e sanno comunicare bene.

“Non sempre il sesso ti permette di essere intimo con una persona” (la Pina)
Vedendo Shortbus ti rendi perfettamente conto di come il sesso, a volte, possa essere vissuto da una coppia in totale anonimato. L’animato delle anime che ci costringe ad essere omertosi, a negare al nostro partner i nostri desideri (sessuali e no).
Abituati a considerarci coppia, non comunichiamo più con noi stessi e le chiacchiere, inevitabilmente, diventano un soliloquio. Scompaiono le piacevoli e stuzzicanti conversazioni.

“È che le cose succedono. Tu sei lì che ipotizzi la vita e la vita, intanto ti accade”
La frase che apre l’ultima considerazione su Shortbus è tratta dal romanzo di Matteo B Bianchi, esperimenti di felicità provvisoria.
Esperimenti che vengono ampiamente raccontanti e documentati nel film. Stufi di vivere in un presente tiepido, i protagonisti coraggiosamente decidono di provare ad essere felici (fisicamente e mentalmente), anche se le prove testimoniano che per vivere bene si debba decidere di cambiare partner, amicizie, lavoro.

lunedì, gennaio 08, 2007

GLI ITALIANI, FIN TROPPO, INTELLIGENTI

Il prossimo 13 gennaio, a Roma verrà ricordato Alfredo Ormando, poeta siciliano morto suicida 9 anni fa per protestare pubblicamente contro l’omofobia del Vaticano. Sulla vita di Alfredo, il documentarista Andy Abrahams Wilson ha deciso di preparare un film (per vedere l’anteprima, clicca qui»»»).

Facile parlare della qualità del prodotto, dell’interessante e drammatica vicenda. È talmente facile che noi italiani, gli stessi per intenderci che si sentono NAZIONE solo se vinciamo i mondiali di calcio, proprio non ci avevamo pensato.

Innamorati pazzi dell’info-entertainment di Bruno Vespa, non siamo più abituati a incentivare il giornalismo che indaga, si interroga, fa domande scomode. Senza citare esempi, di cui forse ne sono a conoscenza solo gli “addetti ai lavori”, pensiamo solo a tre pellicole di denuncia uscite negli ultimi anni negli Stati Uniti: Fahrenheit 11 9, Super Size Me e per finire An Inconvenient Truth di Al Gore (da sempre impegnato a parlare delle conseguenze causate dall’eccessivo inquinamento).

Tutte e tre (l’ultima uscirà, credo, nei prossimi giorni anche in Italia) le pellicole parlano allo spettatore di problemi vicini. Vicini talmente tanto da pensare che il vero scandalo, più che il tema trattato, sia il disinteresse adottato dai servizi pubblici.

Nel Regno Unito, diversamente da quanto è accaduto negli Stati Uniti, il documentario, reo di aver analizzato una a una le coperture adottate dal Vaticano per nascondere gli scandali causati da “alcuni” preti pedofili, è stato prodotto dalla BBC.

Non pretendo che il servizio pubblico investa parte del mio canone per informarmi (anche se poi sono pronto a lamentarmi con gli operatori di SKY se il servizio non è più che buono).

Penso solo che se noi, come comunità, non ci sforziamo di porci delle domande l’estrema protesta di Alfredo rimarrà solo un servizio televisivo, importante tanto quanto quello dedicato all’uscita del primo libro di Anna Maria Franzoni.

sabato, gennaio 06, 2007

CARA DITA …vedo gente, faccio cose.

È proprio vero. Per sempre, come sostiene qualcuna, c’è solo la Carrà.
Dita von Teese ha deciso di lasciare il marito, Marlyn Manson. Cara Dita sappi che mi dispiace. Vederti, sempre in gran forma, con lui mi faceva sempre piacere. Tu per me eri diventata una di quelle persone che vengono ricordate soprattutto per la coppia a cui “appartengono”. Eri, d’obbligo ahimè il passato, la versione glamour di Sandra Mondaini, la moglie sempre premurosa.
Quando il trucco di Marilyn colava, tu è il tuo beauty case eravate sempre pronti ad intervenire.
Quando lui si affidava al cielo, fiducioso di un domani migliore, tu eri pronta a recitare un Ave Maria al contrario per non provocare l’anti Cristo.
Quando lui steccava (in molti sensi), tu eri pronta a fare un streeptease per concentrare l’attenzione (sua e di altri, dipende dalle circostanze) su di te.

Mi dispiace, ma ti capisco. Alcuni uomini sono un po’ così. Vogliono avere al proprio fianco una donna sexy come Samantha, ma per pigrizia ti portano a comportati come Bree.

One Love Baby… MM

P.S. Mi raccomando battiti almeno affinché Greta, Eva, Lily, Aleister possano vivere con te. Non sai che dispiacere sarebbe per me sapere che la tua famiglia, felice come solo quella del Mulino Bianco ha saputo essere, possa essere disgregata.

[Sopra Marilyn Manson canta “This is Halloween” tratto da The Nightmare Before Christmas]

venerdì, gennaio 05, 2007

FUNNY AND GAY

Sono contento che il ciclo cinematografico “Funny and Gay”, apparentemente azzardato per un canale nuovo (come d’altronde è SKY Show), stia a poco a poco diventando una delle punti di diamanti di un contesto nuovo; diverso da tutto ciò che un’emittente a tematica non è, purtroppo, riuscita a fare.

Nei giorni scorsi, il fondatore della casa di produzione che distribuisce i film ha fondato un vero e proprio club, grazie allo spazio offerto da Sky Life. Per visitare il club di FUNNY AND GAY clicca qui » » »

P.S. dopo tre pellicole “maschili”, questa sera a partire dalle 21.00 andrà in onda APRIL'S SHOWER.

[Sopra una clip del film]

Quando una copy va allo stage, 8 puntata

Il dubbio amletico della stagista
«Cos'hai intenzione di fare dopo il tirocinio?». È la domanda che mi assilla giorno e notte. La stessa che mi è stata posta, oggi, da copy-capo. Ed è un vero rompicapo (la domanda, non il copy). Certo, dovrei portare a termine i miei studi, poiché sono ancora iscritta all'università, però... Il fatto è che il tirocinio mi ha molto cambiata, facendomi rivedere le mie priorità. Sono ora consapevole che la laurea è poco più che una gratificazione personale (anche se è pur sempre la massima aspirazione dei miei, che preferirebbero vedermi laureata e disoccupata piuttosto che il contrario) e che poco o nulla influirà su una mia futura e possibile assunzione. Altro particolare non irrilevante: se abbandonassi la pubblicità (interrompendo anche questa rubrica) rientrerei tra le fila degli studenti "tutta teoria e poca pratica". D'altronde, chi mai assumerebbe come copywriter (o assistente copy) una ragazza ventiduenne che frequenta Scienze della Comunicazione? Incredibile, la risposta c'è. La lista del sindaco della città nella quale studio e lavoro (purtroppo non nella quale abito) cerca una persona efficiente che si occupi della comunicazione. Copy-capo mi ha proposta: dice che è un modo per mantenere i contatti con la sua agenzia (e per non dovermi pagare di tasca sua!). Di fronte ad una situazione del genere, l'unica cosa che si può fare è valutare i pro e i contro. Pro: lavoro assicurato per un anno, primi soldini veramente guadagnati, incarichi sempre nell'ambito della comunicazione, curriculum arricchito (e di nomi importanti), ottime referenze. Contro: ostacolo agli studi, sfruttamento bell'e buono (lo stipendio è irrisorio e coprirebbe appena le spese e i disagi sarebbero molti, soprattutto nel trasporto), rinuncia alla carica di copy, e altri rischi impliciti quando si entra nell'ambito della politica. Sono combattuta, ma nella mia situazione non posso (ancora) permettermi di rifiutare nulla, soprattutto se ho avuto la fortuna di essere stata "raccomandata" (e di essere entrata, in qualche modo, in una sorta di "giro"). Se davvero volessi fare la pubblicitaria potrei iscrivermi ad uno di quei corsi specializzati i cui docenti sono professionisti del settore e poi - forse, chissà, magari - essere assunta nelle loro agenzie. C'è un problema, però: che le molte migliaia di euro richieste da queste scuole io non le ho. Ed è abbastanza rivoltante che il primo criterio di selezione di quelle che sarebbero istituzioni culturali non sia il talento (o le capacità, o le conoscenze), ma il denaro. Perché poi, una volta che si deve davvero lavorare, non conta più essere "figlio di", ma conta sapersela cavare.

FACCIO COSE, VEDO GENTE

Giorni intensi, quelli appena trascorsi. Tra una festa e un’altra, sono riuscito a ritagliarmi uno mio spazio occupato da idee, frame, letture e quant’altro stimoli la mente. Malgrado ciò, è da tempo che non posto su questo blog un testo che parli di ciò che ho fatto, delle persone (vere e virtuali) che ho incontrato.
Da tempo penso che a questo spazio, scandito comunque dal tempo, manca una parte di me. Mancano le considerazioni, le emozioni, le impressioni grazie alle quali oggi non sarà uguale a domani.
Lo spazio “faccio cose, vedo gente”, non poteva forse iniziare con una notizia più “viscerale”.

LA NOTIZIA:
Gb, troppi "gas": multate le mucche
Governo: contribuiscono a inquinamento
L'inquinamento atmosferico è un problema serio e forse anche per questo in Gran Bretagna hanno deciso di non sottovalutare nulla. Tanto che il ministero dell'Ambiente ha avvertito gli allevatori: limitate le flatulenze delle vostre mandrie, oppure verrete multati. Le emissioni di gas metano dei bovini ammontano al 7% di quelli che provocano l'effetto serra, e oltre un terzo di tutta l'immissione di metano nell'aria.
Secondo David Milliband, il ministro per l'Ambiente, entro il 2020 l'industria dell'allevamento dovrà fare la sua parte per limitare le emissioni dannose, pena sanzioni.
Per Milliband, le flatulenze bovine possono essere limitate dando mangimi diversi agli animali, facendoli vivere più a lungo, o facendo sì che esse diventino combustibili nella forma di biogas.
Nessuno, però, ha specificato se verrà introdotta una "tassa sul peto".

Fonte: tgcom.it – la Repubblica

A nessuno, credo, piace interloquire con una persona che scandisce il tempo con una serie “fastidiosa” di peti. Siamo mediamente d’accordo nel considerare la misurazione maleducata e poco rispettosa nei nostri confronti (essere presi per il culo, non piace a nessuno). Ma quali sono i comportamenti, oggi, che veramente ci muovono le viscere?!

P.S. Personalmente conosco diverse vacche (scusate il francesismo) poco educande, ma per molti mediamente educate.

lunedì, gennaio 01, 2007

UNA FAVOLA DI NATALE

Nei giorni scorsi, dopo diversi vicissitudini, sono riuscito a leggere il racconto di Matteo B Bianchi “Tu Cher dalle Stelle”. Carino.

[Sopra Believe di Cher]

A proposito di polemiche, facili, sui giocattoli che un bambino/a dovrebbe usare per crescere meglio vi consiglio di leggere “IL DRAGHETTO GRISÙ PER CAPIRE L’ORIENTAMENTO SESSUALE DEI BAMBINI?!”, scritto qualche mese fa per GAY.tv.

2007

Stop ai buoni propositi. Stop alle persone che vivono pochi giorni all’anno, dimenticandosi l’importanza del quotidiano.

Per grazia ricevuta il mio cellulare può vantare un solo sms di auguri. Gli unici auguri che veramente mi è piaciuto ricevere:

Per un 2007 di PACS… :-) auguri fab